Stavo ascoltando, qualche giorno addietro, un’intervista rilasciata da un operatore delle Forze Speciali dell’Esercito Italiano (Incursore del 9° Col Moschin) transitato, dopo il congedo, nell’ambito civile. Essa si colloca all’interno di quello che, ritengo, sia un interessante ed altamente professionale lavoro che un altro appartenente del 9°, ancora in servizio, ed oserei appellare ex collega se non fosse che, causa l’età e le differenti armi di appartenenza, non ci siamo mai direttamente conosciuti, né in aerea di operazione né in attività addestrativa. Luca Fois sta, a mio modesto parere, portando avanti con passione e tenacia, attraverso il podcast NON DOLET (1), quale strumento di una più ampia associazione, sempre da lui fondata, l’intento di sensibilizzare il pubblico italiano alla figura del veterano, ad oggi semisconosciuta.
Lezione Militare per il Mondo Civile
Non starò qui a descrivere con dovizia di particolari il lavoro di Luca e che tuttavia vi consiglio caldamente di ascoltare, ma mi vorrei focalizzare sull’intervista rilasciata, come dicevo all’inizio, da Danilo Amelotti. Al di là della straordinaria carriera di quest’uomo che lo ha visto operare in tutto il mondo (Antartide incluso) mi vorrei soffermare su un punto in particolare da lui evidenziato, ovvero l’enorme differenza esistente tra mondo civile e mondo militare, in particolar modo in merito all’affidabilità dei propri colleghi (l’inglese trustworthness). Avevo già personalmente scorto tale fenomeno, ma trovarne confutazione da altri ex appartenenti delle Forze Armate (recentemente anche da un ex ufficiale e pilota di Marina ora CEO di una grossa realtà industriale negli USA), da sostegno alla mia tesi.
In effetti già ritrovai un simile concetto in un webinar del famoso Simon Sinek, guru mondiale nel marketing e nelle tecniche motivazionali (2). Simon evidenzia in tale webinar come, nell’ambito delle Forze Speciali Americane (comunemente conosciuti come SEALs), vengono scelti i nuovi membri del DEVGRU (Naval Special Warfare Development Group), il famoso TEAM SIX, ovvero il gruppo di controterrorismo della Marina Militare Statunitense.
Nulla di ché, semplicemente l’élite suprema, insieme alla Delta Force, del controterrorismo e delle Forze Speciali Americane.
Affidabilita e Prestazioni
Ogni singolo operatore viene misurato secondo 2 parametri, formalizzabili attraverso un grafico cartesiano dove è possibile posizionare l’operatore e tramite esso trarre le dovute decisioni e scelte. Le ordinate riportano le prestazioni dell’operatore, in pratica quanto l’individuo preso in esame sia bravo nel suo lavoro. In caso di un militare ovviamente vengono analizzate le sue capacità operative, evidentemente la sua bravura nell’operare con armi corti e lunghe, con l’esplosivo, le sue capacità apprese attraverso l’addestramento nell’ambito del paracadutismo, come operatore subacqueo, rocciatore, etc. Il parametro è ovviamente trasportabile su qualsiasi realtà civile, dove sia possibile parametrare, secondo il rispettivo settore aziendale, la performance del candidato.
La seconda variabile che viene analizzata è l’affidabilità dell’individuo, in una visione chiaramente ben più ampia del termine tecnico utilizzato in ambito industriale a tale termine (la certezza di corretto funzionamento che un impianto, un apparecchio, un dispositivo può dare in base alle sue caratteristiche tecniche e di fabbricazione n.d.a.).
Simon, scherzando, usa un buffo esempio: “dare in mano ad una persona il proprio portafoglio e la propria moglie ed essere sicuri non li toccheranno”. Al di là dell’esempio, più o meno calzante, il termine usato in inglese è trust un concetto di spettro più ampio dove si legano l’affidabilità alla fiducia che si ripongono in uno specifico individuo.
Quello che evidenzia Simon, ed ho ritrovato nell’intervista di Danilo, è l’importanza che le Forze Speciali danno al riuscire a lavorare nel gruppo, non solamente appianando eventuali contrasti ma affidandosi pienamente agli altri. Perché in area di operazioni, sarà il mio “collega” (per le SF tale termine è, ahimè, limitativo) a coprirmi le spalle, ed io dovrò, più di una volta, rimettere totalmente la mia vita nelle sue mani.
Ed affidare la propria vita prevede inevitabilmente il massimo grado di fiducia tra i membri di uno stesso team.
Qualcosa di simile si rileva nella subacquea (penso alle immersioni tecniche) o alle attività di roccia e speleologia, dove la propria sicurezza viene altresì riposta pienamente nelle mani di altri. Diciamo, semplicemente, in ambienti a più ampio rischio.
Ora è facile supporre che tutti preferiscano un candidato che abbia alte prestazioni e sia altamente affidabile, come nessuno, ovviamente, vuole lavorare con individui che siano professionalmente scarsi e per di più inaffidabili.
Quello che tuttavia sorprende è che il gruppo delle Forze Speciali più selettivo al mondo preferisca scegliere operatori non estremamente performanti, ma altamente affidabili piuttosto che operatori estremamente bravi, ma su cui non si possa porre totale ed incondizionata fiducia.
E ciò, sottolinea Simon, ma indirettamente anche Danilo, è sorprendentemente diverso dal modo in cui invece operano le imprese. Le aziende implementano innumerevoli metriche per misurare le prestazioni e le competenze. Fresco di MBA ed ancora iscritto ad un dottorato presso una Business School di levatura internazionale posso affermare che, anche in ambito formativo, si insegna ai futuri manager a creare cruscotti aziendali ed a parametrizzare la performance e le capacità dei dipendenti.
Ma non sono mai venuto a conoscenza di metriche per misurare e soprattutto per valutare l’affidabilità di qualcuno.
Pensiamo che tutto nel mondo del business possa e debba essere calcolato dimenticando così che le attività funzionano principalmente grazie a delle persone. Ed uno dei tratti umani fondamentali è proprio l’affidabilità del singolo individuo. Non è più facile lavorare con qualcuno di cui ci si possa fidare? Sceglieresti di lavorare con qualcuno che è così bravo in quello che fa ma non mostra rispetto e onestà agli altri?
Questo è esattamente il messaggio che, secondo il mio parere dobbiamo apprendere dal mondo militare dove il raggiungimento dell’obiettivo non solamente è difficilmente raggiungibile dal singolo, ma è semplicemente impossibile. La squadra è importante ma soprattutto sono fondamentali l’affiatamento della stessa e la necessaria fiducia che ogni membro ha nei confronti degli altri, ponendo, a volte, la propria vita nelle loro mani.
Nella sua ricerca esaustiva sull’affidabilità e la fiducia (trust), Francis Fukuyama ha suggerito che la loro presenza espande enormemente le capacità di un team, consentendo innovazione, l’assunzione di rischi, la creatività e la collaborazione. In assenza di fiducia, i team agiscono in base ai vincoli delle regole formali, spesso imposte in maniera coercitiva, che per assurdo è come comunemente si pensa che i militari operino, ma in realtà ciò, come abbiamo visto prima, non avviene.
E Cliff Thomas (Professore alla Colorado University ed ex ufficiale dell’Esercito Americano) in un recente articolo (3) evidenzia come l’affidabilità e la fiducia (trust) all’interno del team siano l’elemento che permette al team di affrontare efficacemente le crisi generate in un ambiente VUCA (Volatile, Uncertain, Complex and Ambigous), termine decisamente in voga oggigiorno e che, per inciso, è altresì nato in ambiente militare (4).
Pienamente d’accordo con Simon e Danilo, e memore io stesso dell’enorme impatto vissuto personalmente transitando da un ambiente militare, dove i contrasti esistevano sì, ma in una relazione di fiducia reciproca che permeava altresì la collaborazione lavorativa, ad un ambiente civile, diciamo così, spesso ricco di assholes (per citare Simon) perfezionisti ma a scapito dei propri colleghi, chiederei di riflettere e magari prendere spunto dall’esperienza militare con l’obiettivo di creare migliori ambienti lavorativi in ambito civile, il che inevitabilmente porterà anche ad un aumento delle performance complessive del gruppo (e non lo dico io ma gli autori già citati).
Christian Mari
1. https://nondolet.ecwid.com/Podcast-c81643015
2. https://kanbanzone.com/2021/performance-vs-trust-how-to-choose-the-right-people-for-your-team/
3. 2019 – Cliff, T Decision-making during VUCA crises: Insights from the 2017 Northern California firestorm Journal of Business Continuity & Emergency Planning Volume 13 Number 4
4. 1998 – Whiteman, W. E. Training and educating army officers for the 21st century: Implications for the United States Military Academy. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center
Autore: Christian Mari